Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/13

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lettera i. 9

Oh! fu ben triste il mattino della mia giovinezza, che per gli altri si apre così riposato così bello! L’estasi virginale d’un sogno pien di mistero, di voluttà, di lagrime, m’affascinò per un istante e poi disparve per sempre. La rimembranza lontana di quel sogno benedetto mi distilla ancora una dolcezza malinconica somigliante all’addio d’un amico. Prima di rifabbricarmi il mio mondo quante ruine attraversai di me stesso! quanti gioghi spezzai con furor procelloso di libertà! I miei fiori d’Adone, i fior del desiderio, gli ho gettati via con uno sdegno sciagurato, e m’esaltai nella mia solitudine infausta come S. Paolo nel terzo cielo.

Il due novembre intenerisce i pietosi sulle tombe dei morti; vuoi tu chinarti un poco a contemplare la mia tomba di vivo? quanti si traggono con sè il cadavere della memoria e non hanno il coraggio di confessarlo. Vieni, te lo confesserò io per tutti. Addio.