Pagina:Corano.djvu/202

Da Wikisource.

capitolo xxvii. 189


226.  Che dicono ciò che non fanno?

227.  Meno quei ch’han creduto, che praticano il bene, e che ripetono continuamente il nome di Dio1,

228.  Che si difendono quando sono attaccati: poichè quei che attaccano i primi apprenderanno un giorno qual sorte sarà loro riservata.


CAPITOLO XXVII.

LA FORMICA2.

Dato alla Mecca. 93 Versetti.

In nome di Dio clemente, e misericordioso.

1.  T. S. Sono questi i segni del Corano, e del Libro evidente.

2.  Servono di direzione, ed annunziano felici notizie a’ credenti,

3.  Che osservano la preghiera, fanno l’elemosina, e credono fermamente alla vita futura.

4.  Per quei che non credono alla vita futura, abbiamo abbellite le loro opere ai loro propri occhi; resteranno stupefatti (il giorno del giudizio).

5.  Sono questi a cui è riservato il gastigo il più crudele; saranno i più infelici nell’altro mondo.

6.  Tu hai ottenuto il Corano dal Sapiente, dal Savio.

7.  Mosè disse un giorno alla sua famiglia: Ho veduto del fuoco. Ve ne recherò le notizie; forse ve ne porterò un tizzo ardente, perch’abbiate di che riscaldarvi.

8.  Vi andò, ed ecco ch’una voce gli gridò: Benedetto sia colui ch’è nel fuoco, ed intorno al fuoco! Lodi a Dio padrone dell’universo!

9.  O Mosè! io sono il solo Dio potente e savio.

10.  Getta la tua verga. (Mosè la gettó), e quando vide muovere un serpente, si pose a fuggire senza volgersi indietro. O Mosè (gli fu gridato) non temere. Gl’inviati di Dio non hanno alcuna cosa a temere da me,

11.  Se non forse colui ch’ha commessa qualch’iniquità; ma se ha rimpiazzato il male col bene, io sono indulgente e misericordioso.

12.  Metti la mano al tuo petto, e la ritirerai tutta bianca, senza che sia per malattia3. Sarà uno de’ nove prodigi mandati contro Faraone ed il suo popolo; è un popolo perverso.

13.  Quando i nostri miracoli colpirono i loro occhi ad evidenza, dicevano. È senza dubbio magia.

14.  Sebbene avessero acquistata la certezza della lor verità, li negarono per orgoglio, e per essere ingiusti. Ma considera qual fu la fine de’ malvagi.

15.  Noi demmo la scienza a Davidde, ed a Salomone4. Essi dicevano: Lodi a Dio che ci ha inalzati al disopra di tanti de’ suoi servitori credenti!

  1. Quest’eccezione è diretta ad alcuni poeti che avevano abbracciato l’islamismo.
  2. Il titolo di questa sorata è desunto dal versetto 18.
  3. Cioè, che non era la lebbra.
  4. Salomone (Soleiman) è riguardato da’ musulmani come un profeta e come un re savio e potente. Lo splendore della sua corte, la magnificenza de’ suoi palagi, l’impero assoluto ch’esercitava sui venti e sui genj, la scienza delle lingue di tutti gli esseri creati, ed insieme a tutti questi emblemi di grandezza, la sua affabilità, che spinse fino a trattenersi colla formica, ed accogliere graziosamente una coscia