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in pellegrinaggio a psithos 125

villaggio greco, nella conca di rocce che vedemmo, è radiosa di tale virtù, come la pura atmosfera di sole. È tavola della legge per i soldati italiani e per tutti gli italiani.

La vedemmo qualche giorno fa andandovi non tanto per conoscere i luoghi quanto in pellegrinaggio, Giulio De Frenzi, Giuseppe Bevione, Ernesto Vassallo ed io. Ci fu di guida il capitano De Gugis dello stato maggiore del generale, una guida cortese e illuminata. Ci portammo a Psithos seguendo lo stesso cammino della colonna Ameglio per Kalitea ed Aphandos.

Partiti da Rodi la mattina, passato Asguro e il colle di Koskino, scendemmo nella baia di Kalitea, bassa, contornata da un arco di colline petrose, coltivata a fichi, viti, olivi piuttosto radamente, rigata di torrentelli. Pel mare che si apriva alla nostra sinistra, non una vela, e anche lungo la nostra strada solitudine, e soltanto a una casipola, sotto una tettoia di frasche, incontrammo due donne e due ragazzi con due preti greci che alla vista dell’ufficiale italiano s’alzarono e salutarono. Uno strano, nuovo, profondo sentimento faceva a noi il vedere quel luogo dove era avvenuto lo sbarco del 4 Maggio, perchè ci appariva di già il suo sacro carattere storico nel futuro. E noi lo vedevamo pochi giorni soltanto dopo gli avvenimenti.