Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/180

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delle tre cose malvage 181

comprese appieno quanto estranei l’uno all’altra son l’uomo e la donna?

Voluttà: — ma io voglio alzar siepi intorno ai miei pensieri e anche intorno alle mie parole: affinchè nei miei giardini non irrompano i porci e gli entusiasti!

Sete di potere: il flagello ardente di chi ha più duro il cuore; l’orrida tortura riserbata ai più crudeli: la cupa fiamma dei roghi viventi.

Sete di potere: il freno maligno, che s’impone ai popoli più vani; la schernitrice d’ogni virtù incerta, quella che doma ogni cavallo e ogni orgoglio.

Sete di potere: il terremoto, che abbatte e discopre tutto ciò che è tarlato e corroso; quella che spezza impetuosa, feroce, vendicatrice, i sepolcri imbiancati; il lampeggiante punto interrogativo accanto alle risposte intempestive.

Sete di potere: dinanzi al cui sguardo l’uomo stricia, si curva, adora, si abbassa simile al porco e alla serpe: — sino a che il grande disprezzo prorompa da lui in un grido.

Sete di potere: la terribile maestra del grande disprezzo, che predica alle città e agli imperi «scomparite», sino a tanto che da essi medesimi prorompa il grido: «Dilegua».

Sete di potere: la quale seduce anche i puri e i solitari alle altezze paghe di sè stesse, ardente come un amore che dipinge attraenti purpuree gioje nel cielo.

Sete di potere: ma a che chiamarla sete se ciò che è alto brama di scender in basso per dominare? Invero nulla di morbido è in tale desiderio e in tale discesa. — Affinchè la vetta non sia solitaria eternamente e paga di sè medesima; affinchè il monte scenda alla valle e i venti v’irrompano dall’alto!

Oh, chi saprebbe trovare il vero nome per una tal brama? «La virtù che dona», — così un giorno la chiamò Zarathustra.

E allora avvenne per la prima volta — da vero, per la prima volta! — che la sua parola esaltò l’egoismo, il perfetto e sano egoismo, che sgorga da un’anima possente;

— da un’anima possente, a cui appartiene il corpo elevato, bello, vittorioso, attraente, per riflettere il quale ogni cosa diventa uno specchio;