Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/280

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dell'uomo superiore 281


Tenetevi lontani da costoro! Essi hanno il piede pesante e il cuore arido; essi non conoscono la danza! Come potrebbe la terra esser leggiera per costoro?


17.

Anche per vie torte le cose buone giungono alla loro meta. Simili a gatti esse s’aggomitolano facendo le fusa all’idea d’una prossima felicità. — Tutte le cose buone ridono.

Dallo stesso incedere si scorge se alcuno cammina già sulla propria via; guardate me quando cammino! Chi è vicino alla sua meta, si mette a danzare.

E per vero, io non divenni una statua: io non me ne sto rigido, freddo, duro come una colonna; io amo correre.

E se pur su la terra v’hanno paludi e gravi tristezze, chi ha il piede leggiero corre e danza anche sul fango, come su ghiaccio polito.

Innalzate i vostri cuori, o fratelli: in alto, più in alto! E non dimenticate le gambe! Alzate anche le vostre gambe, o danzatori: o meglio ancora, provatevi a reggervi su la testa!


18.

Con questa corona di riso, di vive rose intrecciata, ho incoronato me stesso; io stesso ho gridato sacro il mio riso. Nè altri conobbi sin qui, cui bastasse l’animo di far questo.

Io, Zarathustra il danzatore, Zarathustra il leggiero, che agita le trepide ali, sempre pronto al volo, e accenna a tutti gli uccelli, agile e leggero, e della propria leggerezza beato; io, Zarathustra l’indovino, che ridendo insegna la verità; e non un impaziente, nè un intollerante, ma uno che ama i salti e le capriole; io, da me stesso, mi recinsi il capo con questa corona!