Pagina:Costantino Beltrami.djvu/68

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l’avidità del guadagno fa sopportare. Direbbesi, che il creatore volesse frapporre la maggiore distanza fra lui e l’opera sua. Il guizzo de’ pesci, il ronzio di folti sciami di pungenti mosche, il soffio dei coccodrilli, il sibilo dei serpenti sono gli unici suoni che possano udirsi, aggiuntavi la febbre gialla che per nove mesi dell’anno vi mena orribili stragi. Fu colà che il Beltrami sosteneva la vista degli infermi colti dal pestifero male. Porta egli opinione che non sia esso contagioso, ma la profonda impressione che opera sugli astanti, l’aspetto tremendo del morbo ne faciliti il dominio, ond’è che ad evitarlo ed a vincerlo consiglia fuga di ogni timore ed imperturbato coraggio. Del che faceva egli prova fortunata quando due anni dopo standosi alla caccia dei coccodrilli nell’isola di S. Domingo, ne guariva portentosamente privo di ogni medico soccorso coi mezzi più semplici che l’esperienza, quasi panacea d’ogni male, ovunque suggerisce. Stavano soprastanti a quei limosi stagni piccole aeree case a guisa di nidi sorrette da impalcature appoggiate ai rami di annose palme traendovi i meschini, che le abitano, vita di stenti ricolma di mali. Forse a tal costume alludeva il Bembo allorchè scriveva: Quibusdam in locis propter paludes incolæ in arboribus domos ædificant. Quando Alvara de Mendana prese terra nell’anno 1596 all’isola di Guane altra delle Ladroni, o Mariane, ebbe a notarvi le case erette sopra alberi o pali, e da ciò trasse sicuramente il nome di Venezuela o piccola Venezia dato alla Provincia di Caraccas per