Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/370

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350 libro quarto

addentravasi nella conoscenza del creato, e tanto più s’accendeva d’amore pel Verbo divino; e tanto più desiderava servirlo. Considerando la specie umana riserbata a destini immortali, dalle altezze della fede il suo genio si abituava alle misericordie di Dio. Ne’ suoi slanci non v’ebbe mai esitazione; la sua credenza fu ferma e intera, perchè associava le cose visibili al lor principio invisibile, secondo la dottrina cattolica, sola vera filosofia. Se nelle sue prime esplorazioni, appoggiandosi un po’ troppo sugli insegnamenti della scienza, commise errori e confusioni, l’esperienza, l’osservazione modificarono quei primi concetti, e giunse ad emendare sè stesso, e le proprie opinioni. Se, da principio, per combattere il concetto di quelli che risguardavano la terra siccome distesa all’infinito, egli aveva detto, paragonando il nostro pianeta alle altre creazioni di Dio «questo mondo non è grande come pensa il volgare, io dico che questo mondo è poca cosa,» gli è perchè giudicava essere cosa da poco ciò che aveva scoperto, relativamente a quello che giudicava tuttavia discovribile. Egli reputava le scoperte fatte come una sola centesima parte di ciò che rimaneva da scoprire del globo. L’amore di Colombo per la natura si effonde in poetici sentimenti. Come pittore delle scene della vita terrestre, egli avanza Camoens in poesia. Humboldt giudica che Cristoforo Colombo «sa goder meglio delle foreste che sono lungo le coste, e fa maggiore attenzione alla fisonomia delle piante1

Quel tanto del genio di Colombo che la carta raccolse, quello almeno che è giunto sino a noi, non è gran fatto esteso: non possediamo che un briciolo di quanto uscì dalla sua penna; aveva scritto moltissime lettere, così alla Regina come a Religiosi, al pronotaro apostolico Pietro Martire d’Anghiera, ed a personaggi della corte, ma sedici sole ce ne giunsero, a meno che non si vogliano chiamar lettere frammenti epistolari disseminati in diversi documenti.

La storia delle sue quattro spedizioni compilata pel Santo Padre, nella forma de’ Commentari di Cesare, andò perduta, del

  1. Humboldt, Cosmos, Saggio d’una descrizione del mondo fisico. t. II. pag. 67.