Pagina:Critone.djvu/37

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bene che tu viva securamente e non sii molestato da nessuno1.



  1. Platone è implacabile; ad ogni pennellata, l’incomprensione di Critone è più chiara. In tribunale, Socrate aveva detto: «Mi condannerò all’esilio? E forse mi condannereste voi a questa pena. Ma dovrei essere accecato dall’amore della mia anima, o Ateniesi, se fossi sì irragionevole che non potessi ragionare così: che se voi, che pure siete miei cittadini, non siete stati buoni di sopportare la mia conversazione e i miei discorsi, ma vi furon gravi e odiosi tanto, che cercate di liberarvene; come li sopporteranno gli altri? Oh no! E poi la bella vita che farei io, a questa età, tramutarmi sempre d’una città in altra, sempre cacciato via! Perchè so bene che dovunque vada, se io parlo, mi ascolteranno, come qui, i giovani: e se non li voglio, essi mi cacceranno via, persuadendo a ciò fare i vecchi; e se li voglio, mi cacceranno via i padri e parenti loro, per cagion di loro. Dirà forse alcuno: Ma non sei buono, Socrate, di vivere tacendo, stando quieto dopo andatone via da noi? Ma fare intendere ad alcuni di voi questo, è la più malagevole cosa: perchè se dico che questo è disubbidire all’Iddio, e che è impossibile che me ne stia quieto, pensando che io voglia ironeggiare non mi crederete voi; e se dico ch’è grandissimo bene a un uomo far ogni di ragionamenti su la virtù e quelli argomenti su i quali mi udivate conversare ed esaminare me e gli altri (la vita senza esame è indegna di uomo); se dico questo, tanto meno mi crederete voi. E pure così è, come dico; ma non è cosa facile persuadervene». Così Platone interpreta, nella sua Apologia di Socrate (XXVII-XXVIII), lo stato d’animo di Socrate. Ma Critone, di quel complesso discorso il cui nocciolo è che Socrate ha una missione divina, e non può venirle meno perchè una missione non si rifiuta ha colto solo la prima parte, che anche dalle altre città Socrate sarebbe scacciato, se la sua patria non ha potuto tollerarlo; e lo rassicuro: «In Tessaglia ho amici che non ti faranno torcere un capello». Giacchè per Critone Socrate, fra i Tessali, avrebbe dovuto finalmente mettere la testa a segno, e viver tranquillo in casa, senza attaccar discorsi e dispute coi cittadini. Ma appunto, Socrate aveva una missione, ragione, valore della sua vita: e Critone l’aveva visto per tanti anni girare, e per tanti anni sentito discorrere, ma di quella missione, di quel compito divino, non s’era mai accorto.