Pagina:Cronica de matematici.djvu/156

Da Wikisource.
136

io mi trovavo nello studio di Padova, leggeva publicamente le Matematiche, e da lui viddi esporre le mecaniche di Aristotile. Egli era vecchio, e faceto di maniera, che spesso era piena la sua scuola di genti desiderose più di ridere, che d’imparare. Non era huomo di profonda dottrina, e non ha dato fuori del suo altro, che una semplice, e piccola sfera.

[1574]GIOVANNI MARIA de Tolosani dell’Ordine de Predicatori, nacque in Colle di Valdella, attese a computi Ecclesiastici. Fece un libro intitolato il Breviloquio de tempi, dal quale Giovanni Lucido col consenso di lui cavò molte cose, & inserì nell’opera sua. Scrisse un libretto della Massima declinatione del Sole, & una breve emendatione del Calendario intorno alla retta celebratione della Pasqua, e dirizzolla al Concilio di Trento.

[1575]FRANCESCO Maurolico nobile Messinese, & Abbate nella Patria sua, per l’eccellenza del suo ingegno merita d’esser’annoverato fra primi Matematici dell’età nostra. Scrisse tre Dialoghi di Cosmografia dottissimi, & arguti, e donogli à Pietro Bembo Cardinale, che s’era trattenuto in Messina, essendo ancor giovanetto, per imparare lettere Greche


da