Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/233

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tra i poveri di spirito. Tra’ primi trovi Macchiavelli, Guicciardini, Tasso. Io non mi sento volontá di esser tra i secondi. L ’Indice della Crusca è un indice onorevole, ma solo per chi ci è entrato prepotentemente cento anni dopo la sua morte. Quanta maggiore è stata la guerra che avrá sostenuta, tanto piú elevato sará il posto che occuperá dopo la vittoria. — hi Una delle piú importanti conseguenze che da queste osservazioni si potrebbero dedurre sarebbe quella che la vera critica ed utile, quella critica che fa onore egualmente ed a chi la fa ed a chi la riceve, è tutta diversa da quella che per l’ordinario si adopera nelle nostre dispute letterarie. Difatti la sorte di quasi tutt’i libri presso i posteri è stata ben diversa da quella che agli autori o si augurava o si minacciava dai lodatori contemporanei. A voler credere all’ Infarinato, la Gerusalemme liberata dovea cader nell’obblio; le buffonerie di Granchio e di Nuti rimaner eterne. È avvenuto precisamente l’opposto. Eppure tutto ciò che l’Infarinato trovava di reprensibile nella Gerusalemme e di lodevole nelle ciarle di Granchio esiste realmente. Che si deve dunque conchiudere? Che egli non s’ingannava nell’esistenza delle cose, ma nel giudizio che pronunziava sulle medesime, dichiarando brutte quelle che eran belle, belle quelle che eran brutte, e brutte e belle quelle che erano indifferenti: non vedendo, insomtna, in che stasse riposto il vero bello. E siccome tutte quelle cose che essi osservavano erano sulle parole, sulla forma de’ periodi, sulla forma del poema e sopra tanti altri che dir si potrebbero artifici esterni di un libro, cosí convien conchiudere che tutte queste cose son convenzionate, ristrette a picciol numero di uomini e di anni, curate in un luogo, trascurate in un altro, pregiate da’ contemporanei, obliate dalla posteritá. Che m’importa che un uomo abbia fatta l’importantissima osservazione che non si debba dire «Canto l’armi pietose», ecc., ma bensi «L’armi pietose, il capitano (invece di «io», per vezzo di lingua) canto»? Se vogliam esser sinceri,