Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/343

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rapporto al cittadino carnot 333

piú resistere, disse a’ suoi compagni: — Bisogna morire liberi piuttosto che sopravvivere alla servitú. — Sicché egli stesso accese la polvere, la quale colla sua esplosione rovesciò le mura della ròcca. Chi, guardando le rovine di Viglieno, non sará preso di ammirazione, è un essere che non è nato per la gloria; è un uomo a cui la schiavitú ha tolta la facoltá di pensare e di sentire.

Io farei imprimere su’ rottami di quel forte l’iscrizione: «Passaggiero, annunzia a tutt’i nemici della tirannia, a tutte le anime libere che imitino il nostro esempio piuttosto, anziché vegetare all’ombra del dispotismo».

p. 297, v. 4. La caduta di Napoli produsse quella di tutta l’Italia. Né poteva altrimenti accadere. Questa parte dell’Europa, ch’è l’oggetto de’ desidèri e delle conquiste delle altre potenze, non può essere al coverto delle invasioni, se non acquista energia e forza. Or il territorio napoletano è il piú rispettabile per la sua estensione, per la fertilitá, per gli tre mari da cui è circondato, per lo numero, carattere ed energia degli abitanti. Conseguentemente non vi può essere libertá a Milano, a Torino, a Genova, a Roma, ecc., se Napoli è schiava. Napoli, centro del patriotismo, è fatta per esser la sede della libertá italiana.

ivi, v. 34. Questi è quel Matera ch’era stato in Italia aiutante di Berthier e Joubert, a cui salvò la vita nel Piemonte.

p. 299, v. 19. La buona fede de’ patti è uno de’ gran legami delle societá civili. Tolta questa buona fede, se ne rovesciano le basi, e gli uomini ritornano nello stato della collisione, cioè dell’anarchia. I rapporti, che passano tra gl’individui di uno Stato, sono gli stessi che quei di un popolo relativamente all’altro. Le relazioni diplomatiche, le negoziazioni ed i trattati son fatti per mantenere la concordia tra le nazioni, la stabilitá degl’imperi, la conservazione dell’uman genere. Essi dunque sono sacri ed inviolabili; altrimenti gl’individui della specie errerebbero nelle foreste, e lo stato di guerra, cioè di distruzione, desolerebbe il globo. Per questo motivo, non solo i popoli civilizzati, ma ancora i barbari sono fedeli osservatori de’ pubblici patti. I selvaggi si piccano eziandio di fedeltá nelle loro convenzioni: anzi fanno intervenire una divinitá, sotto il cui patrocinio e garanzia i contraenti debbono riposare.