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20 ottobre

ignorante, — ripete il primo. — Sudicio, — aggiunse il secondo. — La... — esclamò il terzo; e voleva dir ladro, ma non potè finir la parola: una tempesta di soldi e di mezze lire si rovesciò sulle loro teste e sulle loro spalle, e saltellò sul tavolo e sull’impiantito con un fracasso d’inferno. Tutti e tre s’alzarono furiosi, guardando all’in su, e ricevettero ancora una manata di soldi in faccia. — Ripigliatevi i vostri soldi, — disse con disprezzo il ragazzo, affacciato fuor della tenda della cuccetta; — io non accetto l’elemosina da chi insulta il mio paese.


LO SPAZZACAMINO

1.° novembre.

Ieri sera andai alla Sezione femminile, accanto alla nostra, per dare il racconto del ragazzo padovano alla maestra di Silvia, che lo voleva leggere. Settecento ragazze ci sono! Quando arrivai cominciavano a uscire, tutte allegre per le vacanze d’Ognissanti e dei morti; ed ecco una bella cosa che vidi. Di fronte alla porta della scuola, dall’altra parte della via, stava con un braccio appoggiato al muro e colla fronte contro il braccio, uno spazzacamino, molto piccolo, tutto nero in viso, col suo sacco e il suo raschiatoio, e piangeva dirottamente, singhiozzando. Due o tre ragazze della seconda gli s’avvicinarono e gli dissero: — Che hai che piangi a quella maniera? — Ma egli non rispose, e continuava a piangere. — Ma di’ che cos’hai, per-