Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/67

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III


O Serbia, lo squallido boia
per far di vergogna vendetta
45e per boccheggiare nel sangue
prima che la lingua s’annodi,
per comunicare nel sangue
prima che la lingua s’annodi,
per anco leccar salso sangue
50prima dell’eterno digiuno,
per compiere senza rimorso
la lunga sua vita terrena,
imperator di pie frodi
e re di fedele catena,
55con alfine un’ultima stretta
di laccio, con una suprema
strangolazione, al soccorso
chiama i manigoldi bracati
contro te, cinquanta contr’uno
60che in gola ti caccino il cappio
corsoio. «O Serbia di Marco,
dove son dunque i tuoi pennati
busdòvani? Non t’ode alcuno?»