Pagina:D'Annunzio - L'orto e la prora.djvu/150

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146 Suspiria de profundis



Venga e mi prenda la gelata morte
ne le sue braccia. Io m’offro a lei. Dormire
15ne le sue braccia, non veder più luce,
chiuder per sempre gli occhi aridi al sonno!
Ah perchè, dunque, tu questo riposo
vorrai negarmi? Che mai feci, o Dio?


— In vano, in vano! È il tuo, misero, un dio
20terribile. Tu chiami in van la morte.
Tu non morrai; tu non avrai riposo;
tu non potrai, tu non potrai dormire.
È morto il sonno, il lene amico, il sonno!
Tu non morrai. Per te sempre la luce;


25per te, pur ne le tenebre, la luce;
sempre la luce. E il tuo, misero, un dio
terribile. - Me misero! Nè il sonno
mi chiuderà questi occhi, nè la morte...
Oh, non è vero. Fatemi dormire,
30voi, care mani; datemi il riposo!