Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/249

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TERZO - ALCIONE


Io trascorro; e il grande concento
in me taciturna s’adempie,
dall’unghie de' miei piè d’argento
48alle vene delle mie tempie.

Scerno con orecchia tranquilla
i toni dell’onda che viene,
indago con chiara pupilla
52più oltre ogni segno più lene;

così che la musica traccia
m’è suono, e ne’ righi leggeri,
mentre oggi odo ansar la bonaccia,
56leggo la tempesta di ieri.

Che è questo insolito albore
che per le piagge si spande?
Teti offre alla madre di Core
60dogliosa le salse ghirlande?

L’albàsia de' giorni alcionii
anzi il verno giunge precoce
e dagli arcipelaghi ionii
64attinge del Serchio la foce?


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