Pagina:D'Annunzio - Le vergini delle Rocce, Treves, 1896.djvu/72

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combattono poi con tutte le forze ed in ultimo elevano sul campo un trofeo.

Cui bono? — ripeteva intanto da lungi e da presso uno stuolo crepuscolare con voci non dissimili a quelle degli eunuchi. — Quale è il senso, quale è il pregio della vita? Perchè vivere? Perchè affaticarsi? Tutti gli sforzi sono inutili, tutto è vanità e dolore. Noi dobbiamo uccidere le nostre passioni l’una dopo l’altra e intendere ad estirpar dalle radici la speranza e il desiderio che sono la causa della vita. La rinuncia, la piena inconscienza, il dissolvimento di tutti i sogni, l’annientamento assoluto: — ecco la liberazione finale!

Era una misera gente affetta di lebbra quella che iterava il lagno stucchevole. Gli antichi Persiani, come narra il freschissimo Erodoto, arrecavano a falli commessi contro il Sole la