Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/47

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PARTE PRIMA Cominciò dunque la mia libera anima a spaziare novellamente pe’ dolci e deliziosi campi delle muse. N’aveva questa, per vero dir, tutto il comodo e tutti i piu nobili incitamenti. Una bella e copiosa biblioteca, ch’ebbi l’agio e l’autoritá d’ordinare e d’arricchire di tutti que’ libri ch’erano a parer mio vantaggiosi; un paese abbondante di dotti e perspicui ingegni (*), che inspiravan agli animi la santa e nobile emulazione; un numero sceltissimo di giovanetti, pieni di vivacitá, eli talenti e di amor di gloria infiammati; un prelato sapiente, magnanimo e del suo collegio amantissimo; una brillante societá, amica delle lettere e de’ letterati; un clima, che colla puritá, gioconditá e freschezza parea creare le fantasie ed empiere di foco i poeti, formarono per pili di due anni le vere delizie della mia vita. Io divideva intieramente il mio tempo col mio caro fratello e con Giulio Trento, letterato d’infinita coltura, di saper sommo e di gusto squisito dotato, all’urbana critica ed al fine giudizio del quale, non meno che alla sua gaia familiaritá ed alla sua giusta riputazione tra’ dotti, io deggio quasi tutta la lode delle mie letterarie pruove a Trevigi. Il Cechino , novelletta in ottava rima, recitata da me in un’assemblea accademica che instituissi a que’ tempi in quella cittá, accrebbe di molto la mia fama poetica e la buona opinione, che di me avevan quel vescovo e quel paese. Non dispiacerá, credo, al mio leggitore trovarla novellamente in queste Memorie.

Al cominríamento dell’anno scolastico fummo promossi, si io che mio fratello, a piú gravi cattedre. Questo balzo improvviso offendeva l’amor proprio degli altri maestri di quel loco, che per imaginari diritti credevano di dover essere a noi preferiti. Avevan torto. Non essendo privi di dottrina e di erudizione, mancavano interamente di quel genio e di quel buon gusto, che sono l’anima delle belle arti e che, se non vengono da natura, difficilissimamente e assai di raro s’acquistano. Questo buon gusto per le lettere, oserò francamente dirlo, fu per la (il II paese di Trento e de’ Riccati : non occorre dire di piú.