Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/278

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rendono siffatta cronologia inaccettabile. Il D. P., infatti, racconta: i) che, pochi giorni dopo il suo arrivo a Gorizia, giunse colá la notizia della pace di Tescheti (I, 68); e questa fu firmata il 13 maggio 1779; — 2) che il Mazzola, di passaggio per Gorizia, gli riferí la «tremenda catastrofe» di Giorgio Pisani (I, 73); e questi, eletto procuratore di San Marco l’S marzo 1780, venne soltanto tre mesi dopo fatto arrestare dagli inquisitori e tradotto nel castello di San Felice in Verona (Molmenti, I, 53 n, e cfr. 223 n) ; — 3) che, «due mesi» dopo, gli giunse la falsa lettera del medesimo Mazzola (I, 74); — 4) che nella vigilia della sua partenza ricorreva l’ultimo giorno dell’anno (ivi); — 5) che egli giunse a Vienna da Gorizia quasi contemporaneamente alla morte di Maria Teresa (I, 76); e l’imperatrice non mori prima del 29 novembre 1780. Quindi alla cronologia data dalle Memorie sarebbe piuttosto da sostituire la seguente: maggio 1779, arrivo del D. P. a Gorizia; —settembre od ottobre 1780, passaggio del Mazzolá; — decembre 1780, arrivo della falsa lettera (se pur questa non sia una semplice invenzione);— gennaio 1781, partenza del D. P.; —primi del gennaio 1781, suo arrivo a Vienna. — Le parecchie «personalitá» goriziane ricordate dal D. P. s’incontrano quasi tutte nei Mèmoires del Casanova, che, tra il 1773 e il 1774, fu per l’appunto in quella cittá. Il Coblenz è il conte Guidobaldo di Cobentzl, il cui figlio, Giovanni Filippo (che fu anche ministro degli esteri dell’imperatore Francesco e ambasciatore in Francia), firmò effettivamente, per la corte di Vienna, la pace di Teschen (I, 76). — Del conte Rodolfo Coronini Cronberg (1731-91), il cui Liber firimus faslorum Goritiensium il D. P. tradusse in versi italiani (I, 69 e 73; II, 159-60), il Casanova ( Mèmoires , ediz. Garnier, 1910, Vili, 364) diceva che «personne ne lisail ses onvrages, et on amail mieux lui accorder grutuitement le titre de savant que de se donner la peine de rechercher s’il le mèrilait» . — Come poi il D. P. a Gorizia (I, 74), cosí, nella vicina Spessa, il Casanova era stato ospite del conte Luigi Torriani: giovane, a suo dire, dalla «physionomie fialibulaire» , nella quale, nientemeno, si leggevano a chiare note «cruauté, dèloyeté, Irahison, orgueil, brutali tè sensuelle, baine et jalousie», e, che dopo aver irritato, con la piú taccagna delle ospitalitá, il Casanova, che fini per venire con lui a bastonate e a un inizio di duello, avrebbe preso a render infelice, sposandola, per l’appunto quella giovanetta che il D. P. (I, 75) descrive come un angelo di bontá, la quale allora soltanto avrebbe cominciato a respirare, quando, tredici o quattordici anni piú tardi, il marito sarebbe morto folle e miserabile {Mèmoires, Vili, 393-415). — Conoscenza del Casanova era anche il giovane conte Strassoldo (Da Ponte, I, 75)> del quale il vecchio avventuriero (che si vanta di avergli beccata una «carniolme jolie au possible», chiamata Leuzica) narra che fini anch’egli male, giacché, per alcune concussioni commesse poi a Leopoli, sarebbe stato costretto a scappare in Turchia e a prendere il turbante (Mèmoires, Vili, 381-7). — E finalmente grande amico del Casanova (salvo