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250 noterelle

gradarsi di tinte turchine, tante sfumature quanti sonvi piccoli promontori sin laggiù dove troveremo Messina. E quelle linee là oltre lo stretto che paiono guizzi nell’aria, tutti monti della favolosa Calabria, dove chi pose piede coll’armi in pugno sempre morì.

Silenziose, gravi, fumose come avessero pensieri tristi, le navi napolitane vanno e vengono per lo stretto. Passare all’altra riva, ecco il problema. Ma il Dittatore vive.


Messina 27 Luglio.


Sul piano di Terranova, tra la città e la cittadella, stanno due file di sentinelle, borboniche e nostre. Tra le due file una ventina di passi, terreno neutrale. Le sentinelle si guardano, appiccano discorso, tirano innanzi un pezzo, poi o si fanno il broncio, o qualcuna dalla parte borbonica piglia la corsa e si rifugia di