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no troppo sofisticati, ha permesso a un gruppo di ricercatori di evidenziare elementi del probabile scenario che conseguirebbe a una guerra nucleare tra le superpotenze. Il risultato, ottenuto utilizzando modelli matematici messi a punto per effettuare previsioni meteorologiche, ha provocato un dibattito in tutto il mondo, che ha implicato importanti prese di posizione sia morali sia politiche.

Un altro esempio è dato dall’attività di alcune classi di scuola media, che hanno utilizzato un semplice programma di simulazione, elaborato dal professore di scienze assieme ai ragazzi, per capire cosa sarebbe successo dopo il disastro di Cernobyl. I ragazzi hanno previsto in primavera che in autunno ci sarebbe stato un aumento di concentrazione di radioattività nelle verdure. Questo si è realmente verificato.

Il problema è di capire perché alcune persone decidono di usare il calcolatore in un modo e altre in maniera diversa...

Prima di proseguire, vorremmo sottolineare che, in ogni caso, chi non dispone di questi mezzi non può decidere né di utilizzarli bene, né di utilizzarli male: è semplicemente tagliato fuori dalla possibilità di conoscere, di elaborare e di comprendere ciò che sta succedendo. È cioè un “povero” o, con altra espressione, uno “schiavo”, in quanto è privato del potere di agire sulla realtà. Potrà soltanto reagire sul piano emotivo, e quindi in modo superficiale, a eventi che non riesce affatto a padroneggiare, neppure a grandi linee. Un esempio di reazioni di questo tipo si è avuto nel caso del disastro di Cernobyl: moltissime persone si sono lasciate afferrare dal panico invece di assumere un atteggiamento razionale e consapevole.

Non è certo una novità che i poveri subiscano tale privazione; basti pensare che solo a partire dal secolo scorso si è avuta una pressoché capillare diffusione in Europa della scrittura, che è una tecnica nota da varie migliaia di anni. E si pensi infine che, se tale esclusio-