Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/15

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scartafacci dimenticati: ottima ventura fu questa sua ignoranza per me, dacchè dessa mi procacciò la non volgare soddisfazione d’essere il primo a cui sia consentito estrarre da quelle carte autentiche ciò appunto che dalla universale curiosità, era impazientemente domandato.

Ma questi alimenti, di cui è ghiotta la curiosità contemporanea, son essi sani? non viviamo noi in età nella quale denigrare, maledire, sopprimere chiostri è divenuto vezzo letterario, è reputato senno governativo?... Gli è quesito che mi lascerebbe perplesso, se non facessi tra me e me il seguente ragionamento.

Io somiglio all’inventore di taluno di que’ supremi estratti farmaceutici (fa conto la morfina), che, per effetto della subìta compenetrazione della essenza, ove convenientemente lo si amministri, spiega una stupenda efficacia a guarir certi morbi; ma in mano rea, porto in altre dosi, funge officio di veleno. Il ritrovatore del poderoso farmaco avrebb’egli dovuto ripudiarlo per tema dell’abuso che altri potesse farne, o non gli saranno corsi al pensiero i beneficii, che, per opera di sanatori sapienti, quella sua invenzione era destinata a versare sui quotidiani patimenti de’ suoi simili? Ella è la umana nequizia che manipola i veleni; per le anime rette non esistono veleni; avvegnachè ciò che il volgo appella così perchè da morte propinato da scellerati, in mano a probi dà vita; vita a cento, a mille, mentre dà morte per frode d’iniqui ad uno o due... Or bene (valgami il paragone) io non ho ripugnato a recar luce sovra casi che ponno qualificarsi il