Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/189

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AI LETTORI CORTESI T. DANDOLO



Un giovin e amabile Gentiluomo tirolese con cui aveva contratta dimestichezza a Recoaro (ove facevamo insieme la cura delle acque, volgon ora da quindici anni) avendomi udito dire, che mi riescirebbe caro trovar materiali nuovi ed autentici di cui potermi valere a recar luce sul suggetto sempre bujo e sempre drammatico delle streghe, mi promise, pel nostro ritrovo colà della seguente state la comunicazione, a titolo di prestito, della filza degli atti d’un famoso processo del secolo decimosettimo che sapeva esistente negli archivii di Nogaredo, borgo che n’era stato il teatro. L’anno dopo ei mi portò infatti il prezioso manoscritto, autorizzandomi a servirmene a tutto mio agio; dopodichè gliene avrei fatta restituzione. Questa condizione non potè, sventuratamente, conseguire adempimento; il conte Marzani avendo cessato di vivere pochi mesi dopo quel nostro abboccamento.

Avendo io impreso a scrivere la Storia del Pensiero a’ tempi moderni, non senza, come di ragione, pigliar le mosse dall’antichità, mi bisognarono varii anni prima che mi trovassi arrivato al secolo delle streghe: in giugnervi finalmente, cavai dal ripostiglio il Processo Tirolese, del qual non aveva mai cessato di riguardarmi qual depositario responsabile; ed avendolo esaminato, terminai di con-