Pagina:De' Rinaldi - Il mostruosissimo mostro, 1584.djvu/56

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Esempio.

Di Gelojia l’argento, e di dolore.

E` Chiaro, fenza addure, ranci proegl!lÌtà babili argomenti, l’Argento metal m |l|wf lo, edere non di bianco, ma di pal«J Ifil/Jt lidocolore. quindifù,cheliPlaJssàe§B&g& tonici,chiamarono la luna Amentea,per hauere li fembiand di quello metallo,la cui opinione confirmò Ouidio nella Epiftola, chefcriue Leandro all a Tua amata Ero, però il Bembo nel z.libro de gli Afolani diceua TO’ alla vaga luna, riguardando,& nel fuo freddo aren tofiflìlfime, tenendo le mie luci, &c.] Laquale con il fuo pallido colore mollra, hauere doglia delle paffioni, che patifcono imiferi amanti, però quanto più può li fauorifce, & aiuta, & ne i fuoi più quieti filenti j dell’amica notte.Onde elfendo conforme alle loro paffioni, è fiata pi gliata da effi per fecreta compagna, & fcorta, co me moftra il Petrarca nel fonetto 118. della prima parte, però nella fedina. Nonhà tanti animali il mar fra fonde, dice Deh horfofs’io col vago de la Luna, Adormentato in qualche verdi bofchi. Et quello perchè hauéndo il lume, citerete il quarto cielo, portata la Luce ad altri habitatori, ’Vfcendo Notturno dalle grotte cimerie, fi fparge fopra quello noftro hemifperio, vn vclo tenebrofo, per il quale ogni cofa nel ripofo della notte diuiene queta, 6in quello tempo <ffi amanti, giudicandonon edere fturbad, fi pongono in Yia, ma perchè facilmente al bdio, potrebbone