Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/14

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6 una marcia d’estate.


— Largo! largo, ragazzi! Un po’ di passo. Di’, tu, bada che ti passerà addosso la ruota. E tu leva quello zaino di mezzo alla strada... Un po’ di passo, via. Fatemi largo. — Oh eccolo l’apportatore della vita, ecco l’amico dei galantuomini, ecco la provvidenza! Il vivandiere! — I dormenti si scuotono, stirano le braccia, si fregano gli occhi, puntano i gomiti in terra; su, su, su, eccoli in piedi; corrono e fanno ressa intorno al carro, e vi si rimescolano e vi si addossano come i cavalloni del mare attorno alla nave nel forte della tempesta. Al disopra di tutta quella calca un tender di mani, un agitar di braccia, un porgere e un ricevere quattrini, un lamentarsi cruccioso di esser là da un’ora e di non aver ancora avuto niente, un insistere ora minaccioso ora supplichevole... Il pover uomo è ansante, suda, sbuffa, domanda un po’ di largo, un po’ di fiato...

Un altro squillo di tromba; è l’attenti. Un lungo mormorio di sorpresa e di malcontento gli fa eco. — Non c’è tempo di mandar giù un boccone. — Era meglio non fermarsi, allora. — Ci vogliono ammazzare. — Sicuro. — La folla si disperde lentamente; i giacenti si levano faticosamente a sedere; parte si drizzano in piedi lemme lemme; parte stan lì a godere l’ultimo minuto, l’ultimo istante; a poco a poco tutti son saliti dai fossi sulla via, gli zaini sono sulle spalle, gli ordini son ricomposti. — Un altro suono; la prima compagnia si muove... la seconda, la terza... tutto il reggimento è in moto. — Al posto, eh! Non ripetiamo la babilonia di prima.

Per una mezz’ora le cose vanno un po’ meno peggio che per l’addietro; comunque le membra si risentano dolorosamente del breve riposo, e non tutti abbiano sazia la sete. — Ma guardate come marcia quella coda! Ma volete serrare una volta? — Per una mezz’ora, come si diceva, le cose vanno un po’ men peggio di prima; le