Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/243

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la sentinella. 235

colle orecchie all’erta, che c’è il nemico davanti e da un momento all’altro può capitarci addosso; e dopo tutta una notte che s’è stati là, si ritorna al campo del reggimento, e non ci si trova da levarsi la lame, e non c’è posto per dormire, o bisogna sdraiarsi sul fango o sui sassi o sull’erba bagnata; eh allora sì che la è una dura vita! Adesso è niente. Eppure anche quella vita tutta fatiche, tutta stenti, tutta pericoli, i bravi soldati la fanno di buon animo, e non si lamentano mai, e quando possono dormire, bene; quando non possono, pazienza; quando c’è il pane, viva il pane; quando non ce n’è, si digiuna, e alla buon’ora, e non ci si fa del cattivo sangue per questo. E sai perchè? Perchè si vive fra amici, fra bravi camerata, e si sa di fare il proprio dovere, si sa di fare i soldati per difendere il paese dove s’è nati e cresciuti, dove s’ha la famiglia, la casa, gli amici e.... l’amorosa, tutto ciò che abbiamo di più caro e di più sacro a questo mondo; capisci? E la coscienza di fare il proprio dovere basta, vedi, ai bravi soldati; oh se basta! Guarda un po’ quanti soldati han tratto fuor dal fiume, — laggiù dalla parte dove si fanno i bagni d’estate, — dei poveri disgraziati che stavan per annegare! Ebbene, quei soldati che si son messi al rischio di morire per salvar la vita a gente che non conoscevano nemmeno, che cosa hanno avuto in premio? Nulla; cioè molto: la gratitudine dei salvati, e la coscienza della loro bella azione, e questo è tutto per un galantuomo. E i soldati che dan la caccia ai briganti? Ogni giorno ce ne muor uno; chi lo sa ch’ei sia morto? chi lo ricorda il suo nome, fuor della gente di casa sua? Eppure i soldati ci stan volentieri su quelle montagne, in quei boschi, in quei burroni, a menar la maledetta vita che menano; e perchè? Perchè sanno di fare il loro dovere. E i carabinieri, poveri soldati anch’essi, che