Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/57

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una sassata. 49

di compassione; qualche pietoso se li piglia a braccetto, li conduce fuori della calca, e gli accompagna a casa esortandoli con atti e con parole a farsi coraggio.

Intanto fra la moltitudine s’è destato un vivo fermento, un’agitazione convulsa, uno strepito assordante. — Largo! Largo! — si grida improvvisamente da una parte della via. Tutti si voltano da quella parte: — Chi è? Che c’è? Chi viene? — Largo! Largo! — La folla si divide, indietreggia rapidamente, fa siepe ai lati della strada, e una compagnia di bersaglieri l’attraversa a passo di corsa. Una ragazzaglia cenciosa e schiamazzante le tien dietro. La folla si richiude.

Di repente, si leva in un altro punto un rumore confuso di molte voci sdegnate e minacciose; la gente accorre e si accalca in quel punto; al di sopra delle teste si vedono due o tre volte apparire e sparire due cappelli da carabiniere, poi scoppia una salva d’applausi, la folla si divide, n’esce correndo un uomo tutto lacero, pallido, ansante, la gente gli fa largo, è sparito. — E’ volevano mettergli le manette — si mormora da qualcuno in accento di viva soddisfazione — ma non ci son mica riusciti, veh! E’ c’eran dei musi duri che si son messi frammezzo. Oh le vorremo veder belle! Glieli leveremo via noi i ghiribizzi dal capo! —

La folla procede lentamente tutta in una direzione; ancora pochi passi e la via svolta: ad un tratto, la gente che è innanzi si ferma, la gente che le vien dietro le si serra addosso, quella retrocede di alcuni passi, questa è respinta addietro violentemente; poi ritorna a spingere innanzi e poi daccapo retrocede, e ne nasce un parapiglia infinito. — Che c’è? Chi impedisce d’andare avanti? Avanti, avanti — Oh sì, avanti! C’è nientemeno che una compagnia di soldati colla baionetta in canna che sbarra il passaggio. — Urli, fischi, bestemmie, impreca-


De Amicis 4