Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/162

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vittor hugo. 159


sommessamente ai miei vicini: — Indietro! Hugo passa. — Che so io? Era l’uomo che m’aveva spinto cento volte, col cuore gonfio di tenerezza, tra le braccia di mia madre; ma era anche l’uomo che m’aveva fatto balzar sul letto, più volte, nel cuor della notte, atterrito dall’apparizione improvvisa dei cinque cataletti di Lucrezia Borgia. Sentivo per lui un affetto pieno di trepidazione e di sospetto. Ma il desiderio di vederlo era ardente, e andò crescendo cogli anni. Quanta è la potenza del genio! Voi arrivate in una città enorme, trascorrete di divertimento in divertimento, d’emozione in emozione, in mezzo a un popolo immenso e tumultuoso, fra gente di ogni paese, fra i capolavori delle arti e delle industrie di tutta la terra, fra mille spettacoli, mille pompe e mille seduzioni. Ebbene, tutto questo non è per voi che una cosa secondaria. Fra quell’immenso spettacolo e voi si drizza il fantasma di un uomo che non avete mai visto, che non vedrete forse mai, che non sa nemmeno che siate