Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/165

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162 ricordi di parigi.


indole artistica di Vittor Hugo, sia possibile concepire un Vittor Hugo modesto. Mi ristringo a considerare il fatto. Sì, Vittor Hugo dev’essere sovranamente orgoglioso. Si riconosce da mille segni. Egli, per esempio, — è cosa notissima, — non ammette la critica. Il genio, dice, è blocco. Bisogna accettarlo intero o respingerlo intero. L’opera del genio è un tempio in cui si deve entrare col capo scoperto, e in silenzio. On ne chicane pas le genie. Ammirate, ringraziate e tacete. Il genio non ha difetti. I suoi difetti sono il rovescio delle sue qualità. Ecco tutto. Egli lo ha detto a chiare note nel suo libro sullo Shakespeare, nel quale s’è servito del tragico inglese per dire al mondo quello che pensa di sè stesso. Il ritratto ch’egli traccia dello Shakespeare è il ritratto suo; quella deificazione che egli fa del genio, la quale per un uomo che creda in Dio è quasi sacrilega, è, insomma, la sua apoteosi; in quell’oceano a cui paragona i grandi poeti, si vede riflessa, prima d’ogni altra, la sua grandezza; quella