Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/8

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il primo giorno a parigi 5


mostre, d’iscrizioni, di fantocci, di piccole gale e di piccoli vezzi. Fra le due file degli alberi è un andirivieni di carrozze, di grandi carri, di carrozzoni tirati da macchine a vapore, e d’omnibus altissimi, carichi di gente, che sobbalzano sul selciato ineguale con un fracasso assordante: Ma è un movimento diverso da quello di Londra. Il luogo aperto e verde, i visi, le voci, i colori, danno a quel tramestio l’aspetto più di un divertimento che di un lavoro. E poi la popolazione non è nuova. Son tutte figure conosciute, che fanno sorridere. È Gervaise che s’affaccia alla porta della bottega col ferro in mano, è monsieur Joyeuse che va all’ufficio fantasticando una gratificazione, è Pipelet che legge la Gazzetta, è Frédéric che passa sotto le finestre di Bernerette, è la sartina del Murger, è la merciaia del Kock, è il gamin di Vittor Hugo, è il Prudhomme del Monnier, è l'homme d’affaire del Balzac, è l’operaio dello Zola. Eccoli tutti! Come ci accorgiamo che, anche lontani le mille miglia,