Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/131

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madrid. 125


quasi una piazza rettangolare, divide Madrid per mezzo, dalla Puerta del Sol verso oriente, e sbocca in una vasta pianura, che si stende lungo tutto un lato della città, e contiene giardini, passeggi, piazze, teatri, circo di tori, archi trionfali, musei, palazzine, fontane. Salgo in una carrozza, e dico al vetturino: — Vuela! — Passo accanto alla statua del Murillo, risalgo per la strada Alcalà, infilo la strada del Turco, dove fu assassinato il generale Prim; attraverso la piazza delle Cortes, dove sorge la statua di Michele Cervantes; sbocco nella piazza Maggiore, dove accendeva i suoi roghi l'Inquisizione; torno addietro, e passo dinanzi alla casa di Lopez de Vega; riesco nella vasta piazza d'Oriente in faccia al palazzo reale, dove si innalza la statua equestre di Filippo IV in mezzo a un giardino circondato di quaranta statue colossali; rimonto verso il centro, attraversando altre larghe strade, e piazze allegre, e crocicchi pieni di gente; e ritorno finalmente all'albergo dicendo che Madrid è grande, gaia, ricca, popolosa e simpatica, e che la vorrò veder tutta, e starci un pezzo, e godermela fin che lo consentano i registri di cassa e la mitezza della stagione.


In capo a pochi giorni, un buon amico mi trovò una Casa de huespedes, e mi ci andai a installare. Queste case di ospiti non son altro che famiglie che dan da mangiare e da dormire a studenti, artisti, forestieri, a prezzi differenti, si capisce, secondo come ci si dorme e come si mangia; ma sempre a miglior