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un bel carattere alle sue teste di vecchi, e molta vivacità e dolcezza alle sue figure di donne. Possedeva bene l’arte del chiaroscuro. — Spesso lavorava a capriccio; poco consultava la natura ed era vago di caratteri bizzarri e straordinarii.

Il Rosso non possedeva un talento solo, essendo anche buon architetto, buon poeta e buon musico. Nel Palais-Royal, a Parigi, vedevasi un suo bel quadro rappresentante La donna adultera. Fu pure intagliatore; veggonsi ancora alcune sue tavole, e sono stati fatti intagli delle sue opere. Domenico Barbieri, valente artista, è uno dei suoi allievi.

Francesco Primaticcio, nacque in Bologna, nel 1490, di nobile famiglia, perciò anche chiamato, il Bologna. I suoi genitori vedendolo inclinato al disegno lo lasciarono andare a Mantova, ove dimorò sei anni sotto l’insegnamento di Giulio Romano. Però Innocenzo da Imola e Bagnacavallo, scolari di Raffaello, gli diedero i primi elementi; Giulio Romano lo perfezionò.

Si rese si abile, in questo spazio di tempo, che, sopra il disegno di Giulio, faceva delle battaglie di stucco in bassirilievi, ed in ciò sorpassava, come in pittura, gli altri allievi che erano in Mantova. Questi lavori si eseguivano nel palazzo del T. In tal modo egli lavorava ajutando Giulio Romano, nella esecuzione dei suoi disegni, allorché Francesco I avendo fatto chiedere, nel 1531, un giovane che fosse valente nelle opere di stucco, gli si mandò il Primaticcio. La fiducia che il monarca riponeva nel talenti di questo pittore, fece che S. M. l’inviò a Roma nel 1540 per comprarvi delle antichità. Egli riportò 124 statue, con grande quantità di busti, e fece gettare in forma, da Giacomo Baroccio da Vignola, la Colonna Trajana, e le statue di Venere, di Laocoonte, di Commodo, del Tevere, del Nilo e della Cleopatra di Belvedere, affine di gettarle in bronzo.

Dopo la morte di maestro Rosso, il Primaticcio fu provveduto della carica d’intendente generale delle fabbriche del re, in tutto il regno. In poco tempo terminò la Galleria che questo pittore aveva incominciata. Egli fece portare a Fontainebleau tante statue, o di marmo, o di bronzo, che questo luogo sembrava un’altra Roma. Nelle opere che fece di pittura e di stucco, si servì di Ruggiero di Bologna, di Prospero Fontana, di Giambattista Bagnacavallo, e sopratutto di Nicola da Modena, che chiamasi messer Nicolò, la cui abilità e diligenza sorpassavano quelle degli altri.

Il Primaticcio diede pure il piano del Castello di Meudon ed