Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/178

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160 capitolo x.

Mazzini aveva detto: guai a chi parlerà di forma di governo prima della vittoria. Ma quando fu proceduto alla costituzione degli speciali comitati regionali, prima col proclama dell’otto settembre 1850, e poi con l’emissione del prestito di dieci milioni, fatto nel 1851 a nome del popolo romano, e da rimborsarsi «quando l’Italia si fosse emancipata e costituita in Nazione», l’idea repubblicana ricominciò a prevalere, e finì coll’imporsi, auspice in Roma il Petroni, uomo di tenace carattere. Non tardarono però a sorgere i primi dissensi, ai quali concorse in gran parte la scoperta, che le cartelle del prestito, ciascuna di 25 lire, e firmate dal Mazzini, dal Saliceti, dal Sirtori, dal Saffi e dal Montecchi, erano state collocate in buon numero nella stessa Roma, per opera precipua dei membri più autorevoli dell’Associazione Nazionale; ed a Roma si voleva che il danaro fosse speso, ed invece si aveva timore che accadesse il contrario. Ed aggiungasi a questo, che mentre, dopo Novara, il tradimento di Carlo Alberto assurgeva a domma di fede per la maggior parte dei liberali italiani, e la costituzione del Piemonte era ritenuta un’ipocrisia, consigliata dalla paura, e il programma di Moncalieri, un primo saggio di reazione, cui sarebbe seguita l’abolizione dello Statuto; la smentita, che queste voci trovavano nella realtà, non poteva non produrre un certo effetto, che divenne via via decisivo.

L’Associazione Nazionale aveva costituito un sottocomitato di guerra, chiamando a farne parte giovani animosi, che si erano battuti nel Veneto e al Gianicolo, e che furono Vincenzo Gigli, il dottor Sani, Adriano Gazzani, Cesare Croce, Gaspare Lipari e Angelo Berni, alcuni dei quali, come il Gigli, il Lipari e il Croce, saliti al grado di capitani, erano stati retrocessi dal Consiglio di censura, e vennero poi espulsi dall’esercito. Questo sottocomitato, benchè non vedesse mai l’ombra delle somme raccolte dal prestito, e fosse solo sedotto dal miraggio, che gli si faceva balenare dal Mazzini, di una prossima riscossa della repubblica popolare in Francia, lavorava con ardore e fra mille pericoli a formare altri sodalizi nelle provincie dello Stato, e a raccogliere armi. Dal suo canto un altro comitato, detto di polizia, e del quale fu anima Angelo Lipari, teneva desta l’agitazione con multiformi dimostrazioni, con aiuti alle fa-