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190 capitolo xi.

nistro degli affari esteri di Francia, mettendo innanzi il suo carattere giuridico, e la nazionalità francese. E fu dovuto all’intervento di Gioacchino Pepoli se si venne ad un componimento, e se la società, nonostante le angustie sempre maggiori, nelle quali si dibatteva, potesse dar prova di una qualche attività, cosicchè tutta la linea da Bologna ad Ancona fu potuta aprire nel novembre 1861.


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Il 27 gennaio 1862 fu inaugurata l’intera linea da Roma a Ceprano. Erano molti i preparativi, perchè il Papa aveva lasciato sperare il suo intervento. La direzione del movimento, cui era a capo l’ingegnere Brockmann, aveva splendidamente predisposte le cose con un ordine di servizio, stampato e consegnato ai capistazione della linea, e agl’impiegati dell’esercizio. La stazione di porta Maggiore fu riccamente addobbata. Il treno inaugurale, tutto di vetture di prima classe, era diretto dal Gerardi, incaricato anche di ricevere ed accompagnare gl’invitati. All’ultima ora, con delusione generale, si seppe però che il Papa, per la dirotta pioggia caduta nella notte, non sarebbe intervenuto.

Presero posto nelle vetture i cardinali Antonelli, Altieri e Mertel, il proministro delle armi De Merode, e quello dei lavori pubblici e del commercio, barone Costantini Baldini, il marchese Antici, senatore di Roma, il generale de Goyon con alcuni ufficiali dello stato maggiore, e fra i diplomatici, il marchese Lavalette, ambasciatore di Francia, il De Souza di Spagna, e il Carolus, ministro del Belgio. Monsignore Hohenlohe, arcivescovo di Edessa, assistito da un maestro di cerimonie, dai cappellani comuni e cappellani cantori, intonò il Te Deum e sull’altare, appositamente costruito, impartì la trina benedizione episcopale.

Alle 11 1/2, si partì; all’una si arrivò a Velletri, dove s’incontrò il treno mosso da Ceprano, nel quale era monsignor Scapitta, delegato di Frosinone. Nella sala principale della stazione, dov’erano imbandite le tavole, grandeggiava un busto di Pio IX, sopra una colonna, con questa scritta dettata dal canonico Angeloni: