Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/237

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parte seconda. 173

me ne assalivano. E sappiate che l’uomo appella i paesani di quella terra Pullani1, e fu avvertito Messer Piero d’Avallone, che era mio cugino, che mi si dava per istrazio un siffatto appellativo, perch’io aveva consigliato al Re la sua dimora coi Pullani. Perchè esso mi mandò ch’io me ne difendessi contro i linguardi, e dicessi loro ch’io amava meglio esser Pullano che Cavalier ricreduto com’essi erano.

Passata la settimana e venuta l’altra domenica, tutti ritornammo di verso il Re, e quando noi fummo presenti, egli cominciò a segnarsi del segno della Croce, soggiugnendo che ciò era lo insegnamento di sua Madre, la quale gli aveva appreso che qualora volesse qualche parola dire ch’egli così facesse, ed invocasse lo aiuto di Dio e dello Spirito Santo; e tali furono le parole del Re: Signori, io ringrazio voi che mi avete consigliato d’andarmene in Francia, e parimente ringrazio voi che mi consigliaste ch’io dimorassi in questo paese. Ma mi sono dappoi avvisato che, quando io dimorassi, non per ciò il mio Reame ne sarebbe in maggior periglio, perchè Madama la Reina mia Madre ha assai genti per difenderlo; ed ho altresì avuto riguardo al detto dei Cavalieri di questo paese, i quali affermano, che s’io mi metto in via, il Reame di Gerusalemme sarà perduto, perciocchè non vi dimorerà nullo appresso la mia partenza. Pertanto ho io fatto stima che son qui venuto per guardare esso Reame di Geru-

  1. Pullani erano detti i nati da padre Siriano e da donna Franca, o viceversa, quasi pullati, e non aventi puro sangue, ma misto.