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è tutto, il necessario ed il superfluo, vi è, per dirla in due parole, ogni confort.
Ma ecco che sorge improvvisa la pungente tramontana, che penetra fin nelle ossa; l’ice-berg, l’ice-field e tutte le innumerevoli specie di ghiacci, minacciano ad ogni momento di stritolare la svelta baleniera; a terra gli orsi bianchi mettono di continuo in mostra le loro bramose gole, e i pungentissimi e fortissimi denti: il nostro ardito viaggiatore vira prestamente di bordo e, a tutto vapore, ritorna nei placidi seni nativi, dichiarando, al suo solito, che quelle latitudini sono addirittura impossibili!
Ma ancora non è tutto finito; poichè alle orecchie del nostro eroe perviene la nuova, che, nell’estremo lembo delle Americhe, c’è un regno stranissimo, stranissimamente governato da Sua Maestà X. I. che risiede a Parigi, e che dispensa a larghe mani onorificenze e titoli a destra e a sinistra.
Come resistere alla tentazione di andare a visitare quella regione? A che serve il danaro, se non ad istruirsi viaggiando? ecc. ecc.
Si fa vela per l’America; e questa volta il viaggio prende l’aspetto di una vera gita di piacere, tanto è facile! Si invitano gli amici, e per poco non si porta seco la graziosa appendice, la cocotte.
Ma ecco che, non appena sbarcati, a pochi passi dalla riva, vedono un’orma gigantesca; parrebbe di un pachiderma, ma è di un uo-