Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/286

Da Wikisource.

— 276 —

va compatito anche un povero padre di famiglia se si raccomanda. Il sor Pianelli era quel tal uomo, che aveva col cavaliere, diremo così, una entratura per la quale....

— Che entratura? — esclamava Demetrio ridendo.

Capiva i bisogni: ma che entratura? Il suo mestiere era di copiare e basta.

Un altro giorno s’incontrò nel Quintina, il gobbetto noto per la sua lingua lunga, che non era nemmeno della sua sezione.

— Oh, caro Pianelli, come sta? — prese a cantare colla sua voce chiara quel simpaticone, andandogli incontro e fermandolo a metà della scala. — Lei è bene il fratello del povero Cesarino?! Oh, guarda! eravamo tanto amici! Oh dica: è vero che il cavaliere va a Roma?

— Sì.

— Vorrebbe farmi la gentilezza di ricordargli una certa istanza che gli ho presentata? sa, senza farsi scorgere, dica così: Il ragionier Quintina chiede se ella ha ricevuto quella tal carta.... Mi fa un gran favore. E in quello che posso anch’io, comandi: son qui alla terza sezione.

— Bella anche questa! — ruminò Demetrio nell’andar su. — Si accorge ora ch’io sono al mondo, e pare che m’abbia tenuto a battesimo. Vuol diventare cavaliere, lo so; e in-