Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/315

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Il colloquio fu interrotto da Arabella che entrò leggermente con una medicina. La fanciulla era pallida, sconvolta, e le sue mani tremavano come se avesse indosso la febbre.

Dietro di lei entrò anche la signora Grissini; così, dopo qualche sconnessa parola di complimento, Demetrio prese congedo e uscì, graffiando l’uscio, promettendo che si sarebbe lasciato rivedere presto. Aveva bisogno di respirare l’aria libera.

Fece le scale, trovò la solita strada di casa sua quasi per miracolo, come se camminasse in sogno, sollevato una spanna dal suolo. La testa girava come un arcolaio che gira al sole, proiettando ombre strane e sgangherate sul fondo della sua coscienza.

— Che talento, sor Pianelli! — andava declamando una voce in fondo a quel testone enorme che gli pesava sulle spalle, — che bel talento! e che furberia, Meneghino! valeva la pena di scendere dall’abbaino a predicare la morale agli altri e di credersi quasi l’incarnazione del buon senso, per fare in fondo queste belle figure!