Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/395

Da Wikisource.

— 385 —

subito una bella lettera al cavaliere, voglio dire al commendatore....

Mentre il buon Bianconi cercava di salvare un amico dal precipizio, il commendatore, vedendo che la cosa minacciava di propalarsi nei corridoi e negli uffici (dove c’è sempre il bell’umore che ha gusto di ridere alle spalle dei superiori) si rivolse ad alcuni impiegati accorsi a vedere, e ridendo come meglio poteva al disopra della sua rabbia e della sua paura, disse loro:

— È niente, grazie, vadano pure. Ha creduto che gli si volesse fare un torto, perchè ho chiamato il Bianconi al suo posto: è un originale, un misantropo, ha la mania della persecuzione. Che asino! Aveva anche bevuto. Scusi, Caravaggio, apra un poco la finestra. C’è un puzzo d’acquavite, non sentono? Tu, Caramella, portami una tazza d’acqua. E io più asino di lui a dargli ascolto. Se gli passa coll’aria fresca, bene, se no.... se no....

— Mi sono accorto anch’io poco fa che non era compos sui — disse il Quintina che in questa commedia godeva più che a teatro.

Amico della Pardi, aveva saputo da lei come e qualmente il cavalier Balzalotti non rifiutasse i suoi consigli e i suoi benefici alla bella cognata del brutto cognato, come Beatrice andasse a trovarlo in casa all’ora della