Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/499

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cogli occhi ai vetri, non vedendo al di là che un movimento torbido e confuso come un fiume d’acqua sporca che passa gorgogliando. — Una lettera falsa, una carrozza, una congiura! sgualdrina! l’ammazzerò.

Che cosa doveva fare intanto? Per sua volontà non si sarebbe mai mosso dal canapè e dal tavolino, a cui si sentiva appoggiato, perchè temeva, alzandosi, di cadere in terra come uno straccio.

Aspettava quasi che gli avvenimenti gli dessero la leva e l’aiutassero a ritornare a casa. Se Palmira aveva intenzione di ritornare, non sarebbe venuta prima di mezzodì, perchè la commedia avesse tutta la naturalezza che richiedeva la circostanza. Traditora! scellerata! dopo tutto il bene ch’egli aveva fatto a quella ragazza! L’aveva, si può dire, levata dal telaio, in zoccoli e in vestito di cotone, a dispetto della sua povera mamma, che, dopo aver fatto ogni sforzo per opporsi al matrimonio, era morta quasi in collera col figliolo, senza riconoscere la nuora. Ecco ora il castigo! Glielo diceva sempre la mamma: "mangierai il pane che ti meriti!" Mostro d’ingratitudine! se gli avesse cercato l’anima e il cuore glieli avrebbe dati. Non ci era capriccio ch’egli non si sforzasse d’indovinare e di contentare prima che nascesse. Pardi stava attaccato al quattrino, al telaio,