Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/52

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II.


Io non conoscevo il signor Cesarino Pianelli che per averlo incontrato qualche volta sulle scale, e i nostri rapporti non andavano più in là del buon giorno e della buona sera, come avviene tra casigliani, che, tranne le scale, non hanno più nulla di comune.

Mi fece quindi molta meraviglia di vedermelo la sera del sabato grasso, verso le sette, comparire sull’uscio, vestito in grande abito nero da ballo, col suo paltò sul braccio, il gibus in mano, pallido pallido....

— Lei? In che posso servirla? Venga avanti — gli dissi, invitandolo a entrare.

— Due parole, grazie. Sento da mia moglie che questa sera va anche la signora Lucia alla festa....

— Sì, mia sorella mi ha tanto pregato....

— Volevo pregarla di accompagnare anche mia moglie. Un affare pressante non mi permetterà di tornare prima delle undici.

— S’immagini, volentieri: sarò lieto di essere il suo cavaliere.