Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/74

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62 l'adriatico e le due sicilie a campoformio


addotto a quei tempi, poteva alquanto stupire, avendo allora la Francia qualche cosa di meglio da fare, per impedire la penetrazione austriaca in Albania, che occupare le isole Jonie: la Francia poteva non consegnarle il patrimonio veneto: i preliminari di Leoben e le trattative di Mombello e di Udine non erano ancora finiti a Campoformio!... In un altro di quei rapporti spediti dal Direttorio al Bonaparte si dimostravano i vantaggi che la Repubblica si sarebbe assicurati stabilendosi sull’ingresso dell’Adriatico; l’autore proponeva di dare le città dalmate, già venete, alla Turchia, per averne in cambio un’isola dell’Egeo come garanzia degli interessi francesi in quel mare: al regno delle Due Sicilie si poteva tutt’al più cedere, e sempre in cambio dell’Elba, «la piccola isola di Lissa, sulle cui coste i pescatori del Regno facevano una ricca pesca di sardine....»

I fatti seguivano alle dimostrazioni: mentre duravano ancora i colloquii del Bonaparte col Gallo, quest’ultimo apprendeva che truppe repubblicane erano già sbarcate a Corfù, e che altre avrebbero occupato Cefalonia, Zante, Santa Maura. La notizia era grave, ma le speranze siciliane non ne andarono distrutte. Il generale Canclaux, rappresentante francese a Napoli, si era dimostrato piuttosto favorevole alle rivendicazioni del Governo presso il quale era