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234 spasimo

Appena condotto dinanzi al Ferpierre disse, con accento di mal repressa impazienza:

— Ancora interrogazioni? Non volete riconoscere la verità alla fine?

— La verità mi è nota oramai! — rispose il giudice severamente. — Non siete materialmente colpevole e non posso più trattenervi...

— Ah, dunque!

— Ma la vostra responsabilità morale è molto più grave di quella che confessaste in principio; e questa vostra impazienza mi pare anche fuori di luogo, poichè con una sola parola mi avreste tolto dal dubbio...

S’arrestò per dargli tempo di rispondere, di replicare qualcosa; ma il principe lo guardava senza dir nulla.

— Pare dunque che la generosità dalla quale foste animato nei primi giorni taccia finalmente e che non vi importi più tanto di salvare la rea?

— Di salvare?...

— M’inganno, allora? Fingete la meraviglia e l’ignoranza? Sono fuori di luogo. Ella ha confessato.

— Che cosa?

L’accento d’ansioso stupore col quale egli fece questa domanda pareva sincero.

— Su via, volete farmi perdere ancora altro tempo? Vi duole ora di vederla perduta? Non sapete che questa donna vi ha amato? Non sentite