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v. alfieri e manzoni 165

        Alfieri è manchevole? in che difetta la forma di Manzoni? quale criterio dovrà esserci guida nel giudicare? — . Finché siamo rimasti nelle generalità liriche, potevamo stare alle impressioni; ora entriamo nella vita reale ed abbiamo bisogno di raccoglierci in noi stessi.

Alfieri partiva da un ideale che chiamerò tipico, Manzoni da uno tutto storico, reale. L’arte non è né in questo reale né in quell’ideale. L’ideale classico di Alfieri non dà l’individuo vivo, ma ridotto a genere e specie. Voi sapete che mediante un’astrazione dell’intelletto, prendiamo un individuo e poi diciamo a che genere o a che specie appartenga. Il poeta vi presenta, come diceva, non più un individuo reale, ma un genere, una specie, un tipo. Il tipo ci vuole nell’arte, ma quando è scarno, non pieno di vita, rimane nell’astrazione e nelle generalità, non è più artistico.

D’altra parte il reale storico è l’«avvenuto», ciò che è stato, e questo non perché sia avvenuto è interessante: avviene anche l’insignificante, il frivolo, il prosaico. Non basta dire: — Questo è storico — , perché si possa conchiudere: — Dunque è poetico — . Evidentemente in quello che avviene ci vuole un senso che dia interesse alla realtà. E ciò non solo pel poeta, ma oso dire anche per lo storico. Uno storico, Mommsen per esempio, vi dice proprio tutto quello che avviene? Quando ciò che è avvenuto non ha valore, lo gitta via, presentando sole quelle cose che hanno un interesse storico. Tanto più il poeta, perché è impossibile che possa prendere per punto di partenza dell’interesse poetico semplicemente l’avvenuto.

C’è dunque del falso tanto nel modo di concepire classico quanto in questo modo di concepire che parte dal reale storico. Qui è d’uopo domandare: — Che cosa è per me la produzione artistica? Che dà fuori il poeta in un vero momento d’ispirazione? — .

Lasciamo da parte le formule. Quando voi camminate e vedete qualche cosa che v’interessa e produce su voi impressione, se il vostro cervello non è artistico, ma filosofico mettiamo, — quella lampada, per esempio, che vi ondeggia innanzi, vi