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ii. la poetica di manzoni 39

stema. Ma no, arte senza ideale gli par cosa assurda e cerca trarsi d’impaccio, e salvar capra e cavoli, voglio dire il suo reale e l’ideale. E innanzi tutto cos’è l’ideale?

A quel modo che Manzoni confonde il reale artistico col reale positivo o storico, ci è pur confusione nel suo concetto dell’ideale. Il suo ideale è un mondo fuori del suo reale positivo, un mondo religioso e morale di tutta perfezione, a cui non risponde il suo reale storico. Natura e storia sono oggetti inadeguati a quel suo mondo ideale. La conseguenza dovrebbe essere questa, che l’arte trasformasse storia e natura, sì che ne venga una realtà ideale conforme a quel suo mondo. Ma, e cosa diventerebbe il suo reale positivo?

Non potendo conciliare i due termini, li distingue e li pone l’uno dirimpetto all’altro, segnando bene i confini, di qua l’esistente e l’avvenuto, di là l’inventato, di qua reale, di là ideale. Soluzione logica, posto il sistema, ma così infelice, che egli medesimo se ne avvide più tardi senza che perciò gli venisse in mente di porre a nuovo esame un sistema, da cui usciva conseguenza sì strana. Positivo e ideale? Uno dee vincere; o il positivo si mangia l’ideale, o l’ideale si mangia il positivo.

Fatto è che il sistema, se ha fatto danno agli scolari, ha avuto piccola influenza sul maestro. Il grande artista, abbandonandosi alla sua ispirazione, è uscito spesso vittorioso da’ volontari limiti che s’era imposto. Il reale positivo non ha impedito che egli raggiungesse un reale più profondo e più succoso, il reale dell’arte, un reale cioè dove senza sua saputa si è andato a ficcare quell’ideale, che egli cercava in un mondo a parte superiore ed esteriore al suo reale.

Chi vuole giudicare i suoi lavori secondo il suo sistema, non ne verrebbe a capo. Poiché Manzoni è artista a dispetto del suo sistema, facciamo proprio il contrario di quello che ha fatto lui, condanniamo il sistema e glorifichiamo l’artista, secondo l’immortali principii dell’arte che il genio inconsapevole applica senza il sistema e spesso contro il sistema.


[Nella Nuova Antologia dell’ottobre 1872, vol. XXI, pp. 233-51].