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Biblioteca Provinciale di Avellino. Diamo le varianti rispetto al testo della Nuova Antologia, da noi riprodotto, di A, di N (copia assai fedele di A, ma priva di alcune correzioni che il De Sanctis apportò in A in una fase intermedia fra la copiatura di N e la stampa), di A1, che appare come la stesura più vicina alla stampa e che, come questa ha il finale mancante in A e N. P. 259 r. 7-p. 260 r. 7: Questo brano «Or questa... Ranieri» si legge in A in questa diversa redazione: «Questa era storia della sua anima, i cui tratti principali («essenziali» correzione successiva) sono nel Risorgimento, dove ci dà la spiegazione più profonda del suo essere, rappresentando in un quadro le vicende interne della sua vita («in un quadro vivacissimo tutta intera la sua vita intima», prima lezione rimasta in N). La quale in questo tempo ch’egli scrisse il Risorgimento, si può dire giunta a maturità («e compiuta» cancellato in A e N). Cessate sono le lotte interne e le contraddizioni. Il mondo nella sua mente è già fissato, ridotto a dogma, il cui catechismo è nel Risorgimento. È giunto alla conclusione della infelicità universale, irrimediabile come ha dimostrato già ne’ suoi dialoghi. E ora non discute più, non dimostra, non lotta, non («si ribella», prima lezione cancellata in A) s’illude. Quel mondo divenutogli chiaro e fisso come un assioma, è oramai il dato e l’antecedente di ogni sua concezione. E lo tratta come cosa sua, e lo situa e lo fa suonare cavandone tutte le note che l’istrumento può dare con la sicurezza di una intelligenza superiore che guarda dall’alto uomini e cose. Il sentimento di questa infelicità universale è fatto acuto e presente dalla sua infelicità particolare, della quale sente spesso l’aculeo. Forse l’amore avrebbe potuto riconciliarlo con la Natura; così ne avea l’anima piena e ardente. Non gli bastava l’amicizia delle donne. Di amiche ne ebbe parecchie, come l’Adelaide e la patriottica Antonietta, e la Lenzoni e più tardi la Paolina Ranieri». P. 260 rr. 10-11: «e di un lavoro della Malvezzi parla con compassione sprezzante», A: «e l’ultima volta che parla di un lavoro della Malvezzi, si contenta di dire». P. 260 rr. 15-17: il brano «Pure... disgusto» sostituisce il seguente brano di A: «Non gli bastava l’amicizia, voleva l’amore, preda facile delle illusioni (cancellato: ‘delle donne maliziose’)»; ivi r. 22: dopo «ira» A ha questo brano: «Da questa trista esperienza della donna (cancellato: ‘della vita femminile’) viene cacciato sempre più verso i puri amori di Recanati, verso gl’ideali femminili e sotto