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172 la giovinezza

il quale compresi il poema epico e la leggenda, il romanzo e la novella, la storia e la biografia, il romanzo storico. Continuavo lo stesso metodo. Prima era l’esame del contenuto in sé e nelle sue condizioni di tempo e di luogo, da cui si derivavano le forme, cioè a dire la situazione e l’ordine, i caratteri, lo stile, ecc. Per dare un concetto adeguato del poema epico nelle sue vicissitudini, feci una specie di quadro storico dell’umanità, andando dalla famiglia al comune, dal comune alla nazione, dalla nazione ai grandi centri di civiltà. Cosi classificai Omero, Virgilio, Dante, Ariosto, Tasso, Milton, Klopstock. Toccai del Camoens come tipo di poeta nazionale.

Precedettero alcune considerazioni generali:

i. Derivando le forme dal contenuto, nessun poema può essere tipo e modello di tutti gli altri, perché ciascuno ha un contenuto suo, e perciò forme sue.

2. In poesia non ci sono tipi, ma individui, e nessun individuo somiglia a un altro. I tipi sono astrazioni della critica. Il tipo è una data qualità accentuata, com’è anche nella vita reale. Il poeta non deve avere innanzi tipi, ma individui. Il carattere tipico è insito nella persona poetica, senza consapevolezza del poeta. Dire che Achille è il tipo della forza e del coraggio, e che Tersite è il tipo della debolezza e della vigliaccheria, è inesatto, potendo queste qualità avere infinite espressioni negl’individui. Achille è Achille, e Tersite è Tersite, e appunto per questo sono compiute persone poetiche, le quali possono giovare ai poeti, non come esemplari da copiare, ma come ispirazione a invenzioni simili, a quel modo che la natura ispira i poeti, e i modelli sono utili ai pittori.

3. Parimente l’umano, l’homo sum, fondamento assoluto e perciò immutabile di tutta la vita umana, reale e artistica, non esiste in natura e non esiste in arte. Gli elementi etici e patetici che fanno di sé bella mostra nelle rettoriche, non sono che astrazioni: tolti dal vivo dov’erano incorporati, non sono che pezzi di anatomia, frammenti cadaverici. L’uomo, come il tipo, è insito in ciascuna persona poetica, e senza coscienza dell’artista.