Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/271

Da Wikisource.
266 commerazioni

non era che spediente o necessita, postagli quella materia putrida innanzi. Sotto apparenza di bonomia e umore allegro, espansivo, Thiers aveva sentimenti elevatissimi, come mostrò poi, quantunque nelle sue maniere ci fosse piú di Epicuro che di Catone, antitesi a quel sussieguo, a quella ostentazione di onestá e di autoritá ch’era in Guizot.

Guizot era tutt’un pezzo, linea dritta; Thiers gli volteggiava intorno, cercando il lato debole. A questo duello tra due illustri assisteva la Francia negli ultimi tempi del governo parlamentare. Tutt’e due avevano dottrine fisse, le dottrine del 1830: la Francia si moveva intorno a loro, essi immobili. Montalembert e Lacordaire, Michelet e Quinet, Victor Hugo e Lamartine, Blanc e Considérant, positivismo e panteismo, socialismo e materialismo, tutto questo era uno spirito nuovo, era la fine di quell’equilibrio o ecletismo politico, il cui filosofo era Cousin.

E Thiers e Guizot giocavano di scherma in Parlamento. Innanzi alla nuova generazione il 1830, era le travati exploité par le capital, una vittoria borghese a sangue di popolo, e doveva sorridere quando Thiers si chiamava cosí per vezzo le petit bourgeois, arieggiando al petit caporal. Nuovi strati sociali si presentavano sulla scena; le teorie più brutali si mescolavano con le dottrine piú elevate e piú ideali; i deputati erano detti per ischerno les parlementaires; si annunziava un uragano. E Guizot col suo á plornb sentenziava: il y a quelque chose á faire. E Thiers tonava: Coraggio, Pio IX, coraggio! Riforme in Italia, qualcosetta in Francia, come la libertá dei banchetti e una maggior larghezza elettorale, fin lá andava Thiers.

In veritá poste le colonne d’Ercole, quel regno non camminava piú, non aveva scopi né ideali, era giá vecchio come il re, le vieux dicevano i francesi. E si dissolveva nella corruzione dei costumi e l’anarchia delle idee. Tutto s’impiccoliva, e anche Thiers, rimasto un puro giocoliere. Quando l’aria è stagnante vi affoga anche V ingegno. Si fanno di bei colpi di spada, abili mosse, giuochi sorprendenti di frasi, e sotto ci è il vuoto. Se Thiers fosse morto allora, nessuna memoria sarebbe rimasta dell’uomo politico.