Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/360

Da Wikisource.

nota 355

FRAMMENTI LETTERARI


I. Il punto di partenza per una storia della letteratura italiana. Gli antichi rimatori siciliani. Lettera a Camillo de Meis. — Seguiamo il testo dato dal Croce, quando pubblicò per la prima volta il frammento negli «Atti dell’Accademia Pontaniana», vol. 44, i9i4, pp. i8 e sgg. Insieme a questo frammento il Croce pubblicò nel luogo indicato anche la Prolusione a un corso su Dante, data da noi qui di seguito, col titolo complessivo Il punto di partenza per una storia della letteratura italiana (titolo che sembra, come gli altri, dato dal Croce), e con queste avvertenze:

Questi scritti sono altresí del tempo del suo soggiorno in Zurigo; e il primo, che è il principio di un articolo, rimasto poi interrotto, in forma di lettera al De Meis, è stato da me ritrovato tra le carte del De Sanctis, comunicatemi dalla nipote di lui signorina Agnese, e il secondo mi è stato favorito dall’amico prof. Laurini, che lo ha ricavato da alcuni appunti da lui esaminati. Credo che siano dello stesso anno, e poiché il corso su Dante al quale il secondo formò breve prolusione, fu cominciato nella primavera del i856, in quell’anno dovette essere composto anche l’altro.

Riportiamo qui sotto, sempre dal Croce, i brani cancellati dal De Sanctis: p. i80 r. 2, dopo «Leibnizio» le parole «Chi mi dará la sicurezza dei miei sedici anni?»; ivi r. 8, dopo «protender le braccia», «come se volessimo scaricare un pugno»; ivi r. 25, dopo «le ire?», «Come il mio occhio corre volentieri verso il passato! quanto mi è dolce il contemplare me stesso in quel primo fiore di giovanezza! La vita giá comincia ad esser per me una rimembranza. non credea si presto!»; p. i82 r. 2, dopo «possono cavare.» questo capoverso: «Ecco un gran numero di trovatori, che fanno corona a Federico II. Abbiamo qui un primo centro letterario. Né questa vita nuova procede dagli uomini dotti, che scrivevano in latino e non si degnavano di parlare in volgare, nella lingua del volgo. I primi rimatori sono uomini rozzi, che non guardano alla posteritá, che vogliono divertirsi, isfogarsi, poetando, sonando, cantando: ecco tutta la loro ambizione.»

Prolusione a un corso su Dante. — Anche qui seguiamo il testo del Croce, nella pubblicazione di cui si è parlato al numero prece-