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iv. l’«orlando innamorato» 75


Quali sono i difetti accessori, quali i principali?

La facoltà poetica per eccellenza è la fantasia; ma il poeta non lavora solo con le facoltà estetiche: tutte le facoltà cooperano; il poeta non è solo poeta: mentre la fantasia forma il fantasma, l’intelletto e i sensi non rimangono inerti. Un poeta può avere potente virtù estetica ed esser povero d’immaginazione, commettere errori nel disegno o spropositi storici e geografici: questi difetti non toccano l’essenza della poesia. Ma se un poeta, che ha in alto grado queste altre facoltà, che ha un bel disegno ed una perfetta esecuzione meccanica, ha debole fantasia, non saprà render vivente quanto vede: la mancanza di fantasia è la morte del poeta.

Ecco la distinzione da farsi. Fin qui non avete diritto di mettere in quistione l’ingegno poetico del Boiardo; questi difetti dipendono da altre facoltà. Per scendere ad esaminarlo come poeta, bisogna vedere fino a qual punto abbia la potenza formativa del fantasma.

Ha una grande inventiva: è stato il poeta italiano che ha raccolto il più vasto e vario materiale di poesia: non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente ha introdotto nuovi elementi. Questa è già una prima condizione del poeta: l’inventiva, e per questo riguardo è superiore al Pulci. Ma, non che basti, è poca cosa: l’invenzione nell’arte è il minimo. Dumas lascia ai suoi secretari l’incarico di raccogliere i materiali, ne’ quali si riserba d’infonder poi la vita. Raccolto questo materiale, il Boiardo lo sa lavorare?

Non lo lascia nudo ed arido come il Pulci; ha la facoltà di concepire: il concepimento dá ad ogni oggetto le determinazioni necessarie perché acquisti una fisiognomia, una personalità. Un fanciullo non è semplice materiale; ha già determinazioni particolari, da’ suoi gesti e moti si scorge se abbia il tale temperamento, questa o quella inclinazione, in lui si trova già un concetto. Il Boiardo ha anche questo, non gli basta d’abbozzare un personaggio; ma lo determina: è uno de’ principali disegnatori della poesia italiana. Pochi sanno dar con più sicurezza i lineamenti ad un carattere. Ecco come descrive Marfisa ed Angelica: