Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/122

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ii6 saggi critici


E qui lo spirito racconta la sua storia. E dov’è piú l’inferno? dov’è il tronco? Noi siamo in Napoli, nella corte di Re Federico, innanzi ad un Cancelliere. Se guardiamo al fatto, abbiamo in pochi versi tutto un dramma nelle sue parti essenziali. Pier delle Vigne al sommo della potenza e della grandezza, la guerra che gli move contro l’invidia, collisione che genera la catastrofe. Pier delle Vigne non fa che narrare; ma se guardiamo allo stile, vi troviamo un carattere ricchissimo, una compiuta persona poetica. Voi lo vedete tutto vano del suo uffizio, del suo «glorioso uffizio», compiaciuto di volgere a suo senno le chiavi del cuore di Federico, geloso della confidenza che in lui pone il suo signore ed intento a rimuoverne ogni altro; un uomo debole, che vede nella sua sventura gli onori tornati in lutto, la gioia volta in mestizia, e che si uccide per «disdegnoso gusto», per non saper sostenere il nuovo suo stato: un’anima schietta che parlando fa senza saperlo il suo proprio ritratto, e si rivela qual è in tutto il suo abbandono. Quanta ricchezza di determinazioni! Un dramma intero non potrebbe mostrarcelo piú compiutamente: qui è quello che dicesi visione poetica, quel saper cogliere il personaggio nell’atto della vita. Il fondo di questo carattere non è la grandezza e la forza, ma una squisita gentilezza di cui ammirammo il tipo in Francesca da Rimini, e che qui scorgiamo fin dalle prime parole:

     .  .  .  .  .  .  Si col dolce dir m’adeschi,
Ch’io non posso tacere; e voi non gravi
Perch’io un poco a ragionar m’inveschi

Non solo egli si esprime con delicatezza ma con grazia ed eleganza, da uomo colto, ingegnoso e finamente educato; con antitesi, con metafore, con concetti, con frasi a due a due: «morte comune e delle corti vizio» — «gl’infiammati infiammarono Augusto» — «i lieti onor tornarono in tristi lutti» — «per disdegnoso gusto credendo... fuggire disdegno» — «ingiusto fece me contra me giusto». E perché questo? Perché Pier delle Vigne non è commosso ancora da quello che dice; e se parla